Donne e pensioni: proroga di Opzione donna e reddito di maternità. Il punto di Orietta Armiliato del CODS

Le dichiarazioni rilasciate a MyMagazine sulla riforma delle pensioni da Orietta Armiliato, amministratrice del CODS ed il commento sulla proroga di Opzione donna.

Donne e pensioni: proroga di Opzione donna e reddito di maternità. Il punto di Orietta Armiliato del CODS

Fa discutere la proposta del Reddito di maternità portata avanti dal Popolo della Famiglia, per il quale la vera rivoluzione politica consiste nel mettere “al centro i diritti delle donne, la bellezza della maternità, la ricchezza rappresentata dai figli, la forza e la solidità che a una società intera sono donate dalla famiglia se la famiglia è aiutata a essere forte e solida”. Il Reddito di maternità consisterebbe in un’indennità di  maternità per madri lavoratrici nell’esclusivo ambito familiare. Tale indennità, pari a dodicimila euro (12.000 euro) annui netti privi di carichi fiscali o previdenziali, sarebbe riconosciuta su richiesta da avanzare presso il Comune di residenza, alle donne madri cittadine italiane.

L’indennità di maternità sarebbe corrisposta per i primi otto anni di vita del figlio in assenza di altri redditi o impegni lavorativi, scegliendo dunque di dedicarsi in via esclusiva alla condizione di madre lavoratrice nell’ambito familiare con particolare riguardo alla cura dei figli. In caso di assunzione di impegni lavorativi esterni alla cura familiare, l’indennità di maternità si interromperebbe. Alla nascita del quarto figlio l’indennità riconosciuta alla madre diventerebbe vitalizia. Per l’indennità di maternità, se approvata, dovrebbero essere stanziati 3 miliardi annui dal fondo della presidenza del Consiglio per la famiglia e le pari opportunità nel triennio 2020-2022.

Reddito di maternità: il punto di Orietta Armiliato del CODS

“Solo il fatto che esista un movimento che si è dato il nome di Popolo della famiglia, mi induce a riflettere sul concetto di famiglia che, rispetto al passato, oggi ha assunto caratteristiche differenti e che mi piacciono. Mi riferisco alle famiglie arcobaleno, alle famiglie allargate insomma a tutto quello che i diritti civili hanno finalmente riconosciuto dopo anni di impegno che mi pare, però, non siano le stesse che enuncia questo gruppo.

Va detto anche che un contributo a chi deciderà di riprodursi, nell’ambito del riconoscimento del lavoro di cura, lo vedrei anche come un’opportunità, ma solo come riconoscimento aggiuntivo e non esclusivo. Per incentivare i giovani ad avere figli, bisogna creare manovre espansive, investimenti e certezze, in una parola: generare lavoro, che genera reddito, che genera sicurezza; altro che elargire terra e oboli”, ha dichiarato a MyMagazine Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social.

Pensioni anticipate: per le donne Quota 41 soluzione peggiore di Quota 100

Dopo il triennio di sperimentazione di Quota 100 l’obiettivo che si è dato il Governo giallo-verde è quello di introdurre Quota 41, ossia consentire il pensionamento una volta raggiunti 41 anni di contributi, senza vincoli anagrafici. Per Orietta Armiliato Quota 41 andrebbe affiancata con riconoscimento previdenziale dei lavori di cura. Istituire in via esclusiva Quota 41 “significherebbe ancora una volta essere lasciate al palo, significherebbe non voler guardare la realtà che ci dice a chiare lettere che le donne non riescono ad arrivare ad avere una contribuzione utile a raggiungere i 38 anni ed che i numeri delle domande ricevute per accedere a Q100 lo testimoniano ampiamente e dunque, figuriamoci arrivare a 41!”, ha dichiarato a MyMagazine.

Armiliato ha chiarito: “Ottimo dunque legiferare per riconoscere Quota 41 ma, contemporaneamente, si dovrà finalmente valorizzare e riconoscere il lavoro di cura, un tot di anni da aggiungere ai propri per arrivare ad accedere finalmente a una qualche misura”.

Proroga di Opzione donna al 2019

Il Vice Presidente della Camera, Maria Edera Spadoni, ha annunciato via social  l’avvenuta approvazione di un suo odg che impegna il Governo “con ulteriori provvedimenti di carattere normativo, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l’opportunità di estendere il diritto alla pensione anticipata alle lavoratrici che abbiamo maturato i requisiti di cui la normativa in premessa entro il 31 dicembre 2019″

“Un post che mette in fila una serie di sciocchezze, tipiche di chi sta solo facendo propaganda, per altro di bassissimo livello ed il fatto che sia una donna a pubblicarlo, non fa altro che peggiorarne la qualità !
Poi, che le donne disoccupate nate nell’anno 1961 rimaste escluse siano 1500…poi che si garantisca il ricambio generazionale….poi che le donne escluse siano tutte senza lavoro: lo certifichi, lo documenti On.Spadoni e poi eventualmente le chiederemo scusa, altrimenti sarà lei a doverlo fare perché se davvero il numero è “1500” quindi RISIBILE, perché non le avete inserite quest’anno come a gran voce e per equità, dato l’innalzamento anagrafico repentino ed inaspettato, vi abbiamo ripetutamente chiesto? Bastava specificarlo ed oggi avrebbero un reddito, piccolo ma…piuttosto del nulla. Tanto più che, per quanto alle coperture, è stato attivato il vaso comunicante con Q100″, ha commentato l’amministratrice del Comitato Opzione Donna Social mediante un post.

“Le Donne sono stanche di leggi ondivaghe che oggi ci sono e domani non ci sono più, sono stanche del “di anno in anno” che non consente alcuna pianificazione come si conviene a chi vuol vivere un futuro con un minimo di serenità. Le norme sulle pensioni devono essere regolamentate con requisiti dichiarati, inamovibili ed a tempo indeterminato e debbono garantire l’esercizio del diritto soggettivo sancito dalla costituzione”, ha aggiunto Armiliato.

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