Daniele De Rossi richiesto dalla Samp dopo l’addio alla Roma: tutta la verità!

Quale sarà il futuro di Daniele De Rossi dopo il concitato e triste addio alla Roma? Pare che ci siano offerte dagli USA, dal Giappone e dall’Argentina.

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Quale sarà il futuro di Daniele De Rossi dopo il concitato e triste addio alla Roma? I bookmakers si sono scatenati, pare che ci siano offerte dagli Stati Uniti, dal Giappone e dall’Argentina. Ma il primo a farsi avanti ufficialmente, come riportato dal sito sport.virgilio, è stato il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero: “Ne parlammo qualche settimana fa durante un viaggio in treno. Allora mi disse che voleva prendersi un anno sabbatico. Adesso se lui vuole venire alla Samp io ci sono” ha dichiarato in un’intervista al Corriere dello Sport.

“Penso che sia uno dei momenti più tristi del calcio italiano. Se ne va un altro imperatore della As Roma. Una colonna (Totti, ndr) era già andata via in modo impensabile e De Rossi va via in modo inaspettato. De Rossi è un amico, viene sempre al cinema Adriano. Da presidente qualche settimana fa l’ho insultato, perché mi ha fatto perdere una partita con un gol viziato da un fallo. Quella partita l’ha vinta De Rossi, non la Roma“.

Ferrero: “Per De Rossi, io ci sono e lui lo sa!”

“Sono rimasto molto dispiaciuto anche l’altra volta quando Totti fu costretto a smettere. Lo invitai a venire alla Samp, ma mi rispose che non poteva. Adesso ci provo con Daniele. Mi procuro subito il numero. Adesso a Daniele dico: se vuoi andare al cinema gratis vieni da me. Scherzi a parte. Evviva De Rossi. Daniele sa che io ci sono”, continua il patron della Sampdoria.

Ferrero: “L’arte non si compra!”

“Fa parte di quella categoria di calciatori in estinzione, come Quagliarella. Anche di lui dicevano che era finito, invece sta facendo il più bel campionato della sua carriera. Insieme con De Rossi farebbero grandi cose. Daniele può risolvere una partita con un gol o con una giocata. E’ un campione, non si discute. Certi giocatori non dovrebbero smettere mai, guardate Pellissier. Sono fatti di un’altra pasta, hanno il calcio nel Dna, hanno i palloni nel sangue. Sono fenomeni, fanno parte di un’altra categoria, sono artisti del campo di calcio, mentre io sono un artista di strada. L’arte non si compra”.

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